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Una delle paure più frequenti e delle preoccupazioni più grandi delle donne che si apprestano a partorire è quella della gestione del dolore del travaglio. Nel 2018 sembra assurdo che ancora si debba soffrire per partorire. Certamente se il concetto è quello di un dolore inutile e punitivo riservato alle donne in quanto genere ben venga il volerlo combattere con ogni mezzo a disposizione, anche quelli non privi di effetti collaterali.

Innanzitutto è bene sapere che il detto biblico, ancora tanto citato, “donna, partorirai con dolore” è frutto di un’errata traduzione di una parola che in realtà significa “fatica”.

Vi sono molti metodi per sostenere la donna in travaglio e portare al minimo il dolore  indispensabile per quella nascita: il sostegno di un’ostetrica esperta di ipoalgesia, le digitopressioni, l’uso dell’acqua per esempio. Abbiamo scritto volutamente portare al minimo, e non necessariamente annullare, perchè una quota di dolore, purchè ben compensato, ha un suo scopo profondo e importante in travaglio per sostenere la produzione ormonale che rende la nascita un evento sicuro e gratificante come vincere la Coppa del Mondo!

Da più parti si sente dire che il dolore del parto sarebbe inutile e quindi da dover eliminare, o che addirittura possa nuocere al nascituro e che quindi debba essere soppresso. Da sempre, in ogni civiltà, tutte le comunità hanno aiutato le donne ad attenuare il dolore del parto con mezzi naturali, corporei, canti, profumi, rituali, ma mai prima di ora si era mai pensato di poterlo eliminare del tutto.

Al giorno d’oggi alle donne in travaglio viene offerto un solo metodo antalgico quello farmacologico, l’epidurale, e l’alternativa? Niente. E il niente probabilmente è fatto di solitudine, posizioni forzate, visite continue, per fare solo un esempio, creando di fatto inutili sofferenze e stress cronico che effettivamente sono condizioni che possono danneggiare mamma e bimbo.

Ben venga l’epidurale quando la fisiologia non può esprimersi, ma prima di sceglierla a prescindere vorremmo che tutte le donne avessero le informazioni corrette e gli strumenti per fare una scelta veramente informata, vorremo un’assistenza one to one, un sostegno continuo, vorremmo una vasca di acqua calda, vorremmo le alternative!

Quando si consente alla donna di travagliare in un contesto di fisiologia, cioè di produzione ormonale armonica, il dolore si riduce al minimo trasformandosi più che altro in fatica, impegno fisico. Inoltre rispettare la fisiologia del parto e non disturbarlo rende la nascita, anche per il bambino, un evento estremamente sicuro, come disegnato da millenni di evoluzione.

Vi abbiamo incuriosito? Ne parliamo diffusamente nei nostri Corsi di Accompagnamento alla Nascita dove anche i partner imparano delle tecniche per poter sostenere al meglio la propria compagna in travaglio e dove si ricevono informazioni importanti per poter fare una scelta informata e personalizzata.