Mi chiamo Daniela ho 26 anni, è il 2011 e sto organizzando il mio matrimonio: io e il futuro marito scegliamo con cura ogni dettaglio, il cibo, gli abiti, il luogo… tra un impegno e l’altro mi dimentico delle mestruazioni che durante il mese di aprile non sono mai arrivate. Quando mi rendo conto mi faccio fare un prelievo dalla mia amica ostetrica, dopo poche ore ho il risultato, il test è positivo sono incinta e non vedo l’ora di dirlo a Daniele. La notizia lo farà impazzire di gioia! Io non sto nella pelle, pur non avendo programmato la gravidanza ne sono felice! Sono stata accanto a molte donne in questi anni e anche io voglio diventare madre. Lavoro in ospedale ma ho avuto la possibilità di assistere parti domiciliari e anche io voglio avere il mio bambino a casa! Dopo qualche settimana in ospedale chiedo alla ginecologa di turno se può farmi la prima ecografia, lei ne è felice quindi andiamo in ambulatorio… mi sdraio sul lettino e lei inizia l’esame: qualche secondo di silenzio, in realtà sembrano ore per chi sta lì sotto! Lei sorride e con entusiasmo mi dice: ecco guarda qui nell’utero ci sono due camere gestazionali e due cuori che battono all’unisono! Lì per lì credo di aver ricambiato il sorriso in modo automatico (neuroni specchio!!) dopo però mi sentivo fluttuante e incredula, veramente avrei avuto due gemelli?!?
Appena finito il turno devo andare a dare la notizia al mio futuro marito… “amore ti ricordi quando ti ho detto che avremmo avuto un bambino?!? Ecco era una bugia, i bambini sarebbero due!!”
Non so di preciso cosa abbia provato ma sembra felice, forse più di me! Il quadro che avevo affisso nella mia mente rispetto ai desideri su come avrei vissuto la gravidanza e il parto, improvvisamente si disintegra! Quante donne ho visto partorire prematuramente due gemelli? Quante erano ricoverate in reparto per patologie della gravidanza? Come si fa a stare bene e arrivare a termine? Da quest’ultima domanda inizia il mio processo di ricerca, cerco l’ostetrica che ha l’esperienza per potermi sostenere e una ginecologa che crede nel parto naturale gemellare e che ne ha già assistiti. Lascio scivolare via l’ostetrica che è in me e mi immergo nel ruolo di donna in gravidanza e inizio a godere di questo stato! La gravidanza procede benissimo, la pancia cresce velocemente! Quindi comincio a crederci di nuovo, forse se io e i bambini stiamo bene, se loro fossero a testa in giù e di buon peso, forse posso azzardare la richiesta di partorire a casa i miei gemelli! Alla 32 settimana lo dico all’ostetrica e lei mi risponde che devo trovare altre due ostetriche che siano disponibili. Ovviamente vado alla ricerca e le trovo, mi fanno il terzo grado, vogliono capire se sono veramente convinta e perché! Entrambe mi dicono la stessa frase: sai che siamo fuori protocollo vero? Si che lo so… lo so eccome però io mi sento bene e se penso al parto non vedo alternative, lo faccio per me e per i bambini, il posto in cui mi sento di poter dare il meglio di me è casa mia!
Il patto è superare le 37 settimane, il primo gemello è a testa in giù il secondo è ancora indeciso. Allora altro dilemma, e se si mette podalico? Può nascere anche così no? Sono domande che io non ritengo problemi da affrontare prima, quello che sento nel profondo mi porta a non preoccuparmi anzi sono eccitatissima all’idea. Non vedo l’ora di viverlo! Scrivo di mio pugno un piano del parto o meglio una formale dichiarazione delle mie scelte, sottolineando il sacrificio che queste tre ostetriche avrebbero affrontato per sostenermi! Sono molto grata, sapere che ci saranno mi fa stare bene e vivo queste settimane con serenità.
“Noi futuri genitori Daniele e Daniela, dopo un’accurata analisi e dopo aver vagliato ogni altra possibilità, di comune accordo abbiamo deciso di far nascere i nostri figli gemelli a casa nostra. Siamo consapevoli che la nascita in casa di due gemelli non rientra nei criteri di sicurezza previsti dalle linee guida sul parto extraospedaliero e di questo ci assumiamo la responsabilità della scelta, d’altra parte avendo avuto una gravidanza fisiologica e non presentando altri fattori di rischio oltre la gemellarità, ci sentiamo convinti che il luogo migliore in cui accogliere i nostri bambini sia la nostra casa con accanto le ostetriche.”
La visita di inizio reperibilità però non facciamo in tempo a farla perché il 19 novembre 2011 alle 4,45 del mattino le membrane del primo gemello si rompono e danno il via al travaglio, siamo a 36 settimane, questo imprevisto ci fa rimettere tutto in discussione e dopo qualche ora di travaglio in casa decidiamo di spostarci in ospedale. Partorisco naturalmente il primo gemello (Claudio) alle h 19,17, in piedi, sta con me con il cordone attaccato finchè non riprendono le doglie per il secondo, Flavio nasce alle 20,15 anche lui lo tengo pelle a pelle per 20 min circa poi è la volta delle placente! Un’esperienza intensa che ho ottenuto grazie al sostegno dell’ostetrica e grazie alla mia determinazione, sapevo cosa sarebbe stato sicuro per noi. Non perché sono un’ostetrica, vi assicuro che in quel momento non pensi a cosa è riportato nei libri. Lo sapevo perché ho avuto la possibilità di esprimere ciò che sentivo, senza giudizi, senza paura!
So che questo finale ha un po’ deluso, sarebbe stato da oscar il parto in casa gemellare!! Invece il mio intento nel raccontare la mia esperienza non è il finale da oscar ma la riflessione sul come il mio vissuto è stato positivo e soddisfacente nonostante il cambio di programma! Perchè i piani possono cambiare e rientra nel rischio della vita, ma dipende come ci arriviamo, con quale consapevolezza, con quale sostegno, appoggio, io ci sono arrivata da sola non me lo ha imposto nessuno e questo ha reso l’esperienza positiva.
Dare fiducia a ciò che ogni donna sente sicuro per se’ vorrei che fosse un atteggiamento più diffuso perché ne vale della salute di noi donne e dei nostri bambini!
Il riferimento al matrimonio non è stato casuale, vorrei che riflettessimo sull’importanza delle scelte che oggi compiamo senza porci domande: se un terzo dell’energia che impieghiamo nel progettare ed organizzare il giorno del matrimonio, la spendessimo nel progettare e organizzare il parto sono sicura che ognuna di noi avrebbe un’esperienza di successo!