Da quando sono Ostetrica ho subito sentito l’esigenza di aumentare la mia formazione su come essere utile alle donne nel puerperio, dopo il parto. Vedevo sempre una grande folla di operatori sanitari intorno alle donne gravide: iper controllate, iper medicalizzate, come fossero bombe ad orologeria; poi ancora durante il parto: tre ostetriche, due ginecologi, un infermiere e tre studentesse di ostetricia, l’anestesista, lo specializzando … E dopo? E dopo il vuoto.
L’assistenza in puerperio è totalmente disattesa dal servizio sanitario nazionale, sottovalutata, evidentemente considerata non necessaria e comunque un’attività di serie B.
Eppure dare sostegno alle donne prima durante e dopo il parto con continuità senza lasciarle sole e senza dare nulla per scontato dovrebbe essere l’obiettivo professionale di ogni figura che lavora nell’ambito della salute materno infantile. Com’è possibile che ci sia un vuoto così grande?
Gli obiettivi dell’assistenza in puerperio sono: fornire sostegno ed assistenza alla madre al neonato nelle prime settimane di vita al fine di promuovere la fisiologia dell’adattamento postnatale; promuovere l’allattamento al seno; promuovere il benessere della nuova famiglia; garantire i controlli clinici nelle prime giornate dopo il parto; prevenire e diagnosticare tempestivamente la patologia organica e relazionale.
Il sostegno è l’elemento cardine per perseguire questi obiettivi, bisogna fornire un orientamento, un’assistenza concreta e tangibile nonché un appoggio emotivo, presenza ascolto rassicurazioni e conferme. Facilitare l’espressione di competenza sia materna che del bambino crea autonomia e fiducia e questo a sua volta crea salute nell’immediato, medio e lungo termine. Il periodo del dopo parto è caratterizzato da forti emozioni, cambiamenti emotivi relazionali e fisici importanti; acquisire un nuovo ruolo, una nuova identità specialmente la prima volta comporta mutamenti nei rapporti interpersonali e coinvolge aspetti personali e sociali. Oggi le nuove famiglie si trovano ad affrontare tutto questo da sole senza il supporto della famiglia di origine e spesso il primo figlio è realmente il primo neonato che quei due neogenitori vedono e prendono in braccio, senza alcuna esperienza diretta nella cura e nell’accudimento di altri bambini. Perciò sono necessari luoghi sociali in cui poter promuovere un tipo di genitorialità consapevole, in cui fare cultura per una nascita fisiologica, in cui ricevere sostegno professionale continuativo e in cui poter condividere con altri genitori e non sentirsi soli. Luoghi sociali come la nostra Casa Maternità Zoè, rappresentano un concreto aiuto per le famiglie; i nostri servizi offrono continuità e assistenza a 360° per la donna, per il bambino e senza mai escludere i bisogni del partner, i nostri spazi sono sempre adatti ad accogliere l’intera famiglia e il tempo a loro dedicato permette l’ascolto di tutti. Abbiamo ottimi esiti in termini di tasso di allattamento esclusivo a sei mesi (93%) ottimi esiti in termini di soddisfazione dell’esperienza, ottimi esiti in termini di integrità fisica e di conservazione della fertilità. Costruire durante la gravidanza il piano di come e dove dare alla luce il proprio bambino consapevolmente e autonomamente, dona risultati sorprendenti, facilitala relazione tra madre e bambino ma anche tra madre e padre che hanno condiviso e portato avanti un’idea comune di come essere genitori. Per ogni step i genitori sono coinvolti nei processi decisionali e sono informati abbondantemente affinché possano scegliere liberamente e complici nella vita da genitori.
Ogni quartiere dovrebbe avere spazi e luoghi che siano impegnati nella cura alla maternità in cui donne, bambini e padri possano trovare conforto, ascolto e informazione, soprattutto nelle prime settimane dopo il parto, il periodo in cui si ha più bisogno!